POESIE NELLE PIGNATTE |
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(Specifiche per l'avvenimento)
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i
vitelli – dice Simone che ha studiato le
enciclopedie. Partiranno presto per
l’alpe a produrre latte buono con
le erbe gustose. Godranno di
una vista invidiabile, chissà
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Tiziano Fratus |
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Claudio
Midulla |
Bramirei anch’iose
avessi un lungo dardo tra le zampe scoccato
a fil di prateria sibilante
sotto i rami da battaglia per
finir la primavera Nostalgia,
ma no,
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Aldo Molinengo |
Campanacci sonori,
odori e sapori
di fiori,
umori e calori
di vacche e di tori,
amori e furori
di cuori,
colori e afrori
di estivi bollori,
tu che mi sfiori,
sono tanti ori
per tutti i miei pori.
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Brunella Pelizza | La parola MAMMA Quando hai detto la parola MAMMA
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Lorenzo Volpe |
se
la giornata è serena si
può comporre una poesia e
avvicinarsi alla silenziosa felicità delle mucche al pascolo.
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POESIE NELLE PIGNATTE Tratte da precedenti iniziative |
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Jano
Arneodo |
La
pitabeio Ajarà
sal branc dal prusie chanto
na pitabeio, chanto
de sero e de matin, magaro
chanto de vuèio, magaro
per desmentià i sagrin. Coumo
mi à lou journ quiar e lou journ nìe. Una
cinciallegra Posata
sul tronco del pero canta
la cinciallegra, canta
la sera ed il mattino , forse
canta di voglia, forse
per nascondere i suoi
pensieri. Come
me ha giorni chiari ed il giorno nero.
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Remigio Bertolino |
Dal cielo alla stalla, con paglie d’oro nel becco con riflessi di primavera sulle ali, riempiono i vecchi muri di splendori azzurri, riempiono la mia vita di luce nuova
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GianPiero
Casagrande |
epifania non
è un bosco ma un piccolo parco a misura di bambino il
giardino sul retro, con tanto di altalena e
scivolo. Quando nevica assume tinta e aspetto da
landa deserta e casa d’animali.
Dicono i dottori bene informati che
d’inverno bisogna nutrire gli uccelli con
pane biscotti e alimenti vari.
Regolarmente gazze, pettirossi, cince,
passeri, tordi, talvolta persino merli
becchettano sul ghiaccio le briciole del
pasto, per la gioia dei figli appostati
curiosi al riparo dei
vetri. Ma una sera di nevicata polare e irreale silenzio
epifanico, quando non un respiro s’udiva davvero,
i tratti più alti del salice bianco cui
tenaci s’appendevano foglie dicembrine e
rami nuovi ospitarono a lungo -il
tempo di una ripresa, di più foto – il
regolare movimento laterale
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Nicola
Duberti |
Frammenti di notte E
a la matin Quand
ël so o da ‘n pugn a la neut chila
straca a va ‘n tòch. Ma
nen tuti i calo ‘n tèra. Cheicun
o vòra ‘nco: son ij cornajass,
Ed
al mattino Quando
il sole dà un pugno alla notte lei
distrutta va in pezzi. Ma
non tutti precipitano a terra. Qualcuno
vola ancora: sono i corvi che
contro il sole per tutto il giorno fanno guerra…
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Susanna Fazio |
Il
flauto Ho
disseminato così
tante riserve, resterò
a digiuno. Per ultimo, dissotterro
In
volo Se
siamo anche negli oggetti, aver
scelto l’effigie di
un uccello in gabbia E’
la libertà imprigionata, il
sogno che non si libera appieno, la
consapevolezza del
recinto dei giorni. Però,
la gabbia é
appesa ad una mongolfiera ben
più grande che
va liberamente nel cielo. E
l’uccello in gabbia, così
sostenuto, nonostante
tutto vola. Nel
suo piccolo spazio batte
le ali.
Indiana Vado
a cercare l’acqua Ho
buone gambe Tenace
arrivo alla fonte Con
rispetto,
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Tiziano
Fratus |
Homo
Poeticus Piemontesis
I
poeti stanno ricominciando ad ascoltare la
voce degli alberi, i
canti degli uccelli, le
preghiere della terra, la
grammatica delle acque, e
non se ne vergognano
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Carlo
Giordano |
Dai,
tira fuori le ali, ti
abbraccio, fammi volare, staccami
da questa colata d’asfalto. Portami
a zigzagare dietro
ad api e mosconi, sulle
creste pelate del
col della Ciabra. In
alto, oltre le nubi nere, piene
di lampi e tuoni, dove
non piove, tra
i ganci per gli arcobaleni dove
muoiono gli aquiloni, poi
schizzare al
di là dell’altipiano di Calizzano, a
vedere il mare.
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Pier
Mario Giovannone |
Se solo potessicome
un pezzo di legno esser
forgiato a gabbiano…
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Claudio Midulla
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Nascono
in seni di terra
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Brunella Pelizza |
Traiettorie Volano
gli uccellini nella
limpidezza del tuo sguardo. E
nulla sai del loro volo e
nulla sanno del tuo tempo azzurro: traiettorie
di un attimo che m’innamora per
voi senza memoria alcuna.
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Claudio
Salvagno |
Ala
que vas Coma
un pensament vèrs l’auta niula Que
ombreja la mar A iu ven ton tremblar
Aire que tomba sobre iu
Coma
un clar E
me levanta. Pluma Esperit.
Ala
che vai come
un pensiero verso l’alta nuvola che
ombreggia il mare a
me viene il tuo tremare aria
che cade sopra me come
una luce e
mi alza. Penna Spirito.
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Armando
Scuto |
Vita Ho
rivestito il mio corpo di piume e
con al collo un fischietto di osso di aquila ho volato alla tua ricerca. Ho
superato pianure, deserti, oceani, montagne e persino distese di
ghiaccio. Ho
visto uomini scalfire le rocce ed altri innalzare grandi totem di fumo. Come
un’aquila ho guardato in viso il sole. Come
un falco ho sfidato la notte. Come
un colombo ho sognato l’amore. Come
un rondone ho dormito tra le pieghe del vento. Tra
dei e divinità Tra
sogni e realtà Tra
dubbi e certezze Ti
ho trovata. Due
sillabe il tuo nome Ti
han chiamato Vita.
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Lorenzo
Volpe |
Giorno di riposo
Tra
i pochi eventi della mattinata, tutti
silenziosi, c’è la curva ordinata
di uno stormo. La
sua forma si allunga verso Est, scompare
presto, guidata da qualcosa tra
l’amore e la logica che
nell’occhio dell’uccello migratore accende
una linea somigliante
alla nostalgia.
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