POESIE NELLE PIGNATTE

(Specifiche per l'avvenimento)

 

GianPiero Casagrande

 


Quelle pezzate sono svizzere, bianchi

i vitelli – dice Simone che ha studiato

le enciclopedie. Partiranno presto

per l’alpe a produrre latte buono

con le erbe gustose. Godranno

di una vista invidiabile, chissà

se apprezzano le vacche virtuose

 

Tiziano Fratus


Orsi neri in Minnesota

Talvolta accade che anche gli orsi decidano

di non fare più gli orsi ma di assomigliare,

in qualcosa, agli esseri umani, come quando

calano dai boschi, dalle montagne che li

assiste e nutre, per svernare in un fienile,

 

in una rimessa, in uno scantinato: il respiro

dentale, allentato dal letargo, colora la notte

del Minnesota, alcuni bambini vengono a

sbirciare, a piedi nudi, l’orso venuto nel

mondo dei vivi, la pelle d’oca e le lingue

 

tese come corde di violino: nessuno studioso

di orsi ha mai compreso se sognino o cosa

sognino

 

Claudio Midulla

 

Bramirei anch’io

se avessi un lungo dardo tra le zampe

scoccato a fil di prateria

sibilante sotto i rami da battaglia

per finir la primavera

Nostalgia, ma no,

solo probabilmente un’improbabile simmetria

 

Aldo Molinengo
 

 Campanacci sonori,

 odori e sapori
 di fiori,
 umori e calori
 di vacche e di tori,
 amori e furori
 di cuori,
 colori e afrori
 di estivi bollori,
 tu che mi sfiori,
 sono tanti ori
 per tutti i miei pori.
 

 

Brunella Pelizza  
La parola MAMMA

 Quando hai detto la parola MAMMA
 non ho sentito solo la tua voce
 ma la mia vita piano che cambiava.
 Ed era lieto non riuscire più a fermare
 tutto il cambiamento che quella tua parola
 lieve provocava nel tempo
 che ora non più mi riguardava.

 

Lorenzo Volpe

 
Con prati e nuvole

 se la giornata è serena

 si può comporre una poesia

 e avvicinarsi alla silenziosa

 felicità delle mucche al pascolo.

 

 

 

 

POESIE NELLE PIGNATTE Tratte da precedenti iniziative

Jano     Arneodo

 

La      pitabeio

 

Ajarà sal branc dal prusie

chanto na pitabeio,

chanto de sero e de matin,

magaro chanto de vuèio,

magaro per desmentià i sagrin.

Coumo mi à lou journ quiar e lou journ nìe.

 

 

Una cinciallegra

 

Posata sul tronco del  pero

canta la cinciallegra,

canta la sera ed il mattino ,

forse  canta di voglia,

forse per nascondere  i suoi pensieri.

Come me ha giorni chiari ed il giorno nero.

 

Remigio Bertolino


Rondini

Dal cielo alla stalla,

con paglie d’oro nel becco

con riflessi di primavera sulle ali,

riempiono i vecchi muri

di splendori azzurri,

riempiono la mia vita di luce nuova

 

 

GianPiero Casagrande

 

epifania

 

non è un bosco ma un piccolo parco a misura di bambino

il giardino sul retro, con tanto di altalena

e scivolo. Quando nevica assume tinta e aspetto

da landa deserta e casa

d’animali. Dicono i dottori bene informati

che d’inverno bisogna nutrire gli uccelli

con pane biscotti e alimenti

vari. Regolarmente gazze, pettirossi,

cince, passeri, tordi, talvolta persino

merli becchettano sul ghiaccio le briciole

del pasto, per la gioia dei figli

appostati curiosi al riparo

dei vetri. Ma una sera di nevicata polare e irreale

silenzio epifanico, quando non un respiro s’udiva

davvero, i tratti più alti del salice bianco

cui tenaci s’appendevano foglie dicembrine

e rami nuovi ospitarono a lungo

 -il tempo di una ripresa, di più foto –

il regolare movimento laterale

della testa d’un magnifico gufo

 

Nicola Duberti

 

Frammenti di notte

 

E a la matin

Quand ël so o da ‘n pugn a la neut

chila straca a va ‘n tòch.

Ma nen tuti i calo ‘n tèra.

Cheicun o vòra ‘nco: son ij cornajass,

che contra ‘l so tut ël di fan la guèra…

 

Ed al mattino

Quando il sole dà un pugno alla notte

lei distrutta va in pezzi.

Ma non tutti precipitano a terra.

Qualcuno vola ancora: sono i corvi

che contro il sole per tutto il giorno fanno guerra…

 

Susanna Fazio

 

Il flauto

  

Ho disseminato

così tante riserve,
piccole magari
ma preziose,
che difficilmente

resterò a digiuno.

 

Per ultimo,

dissotterro
un flauto
che non  è cibo
né acqua
ma permette
di parlare agli  uccelli.

 

 

 

In volo

 

Se siamo anche negli oggetti,

aver scelto l’effigie

di un uccello in gabbia
molto
rivela.

 

E’ la libertà imprigionata,

il sogno che non si libera appieno,

la consapevolezza

del recinto dei giorni.

 

Però, la gabbia

é appesa ad una mongolfiera

ben più grande

che va liberamente nel cielo.

 

E l’uccello in gabbia,

così sostenuto,

nonostante tutto

vola.

 

Nel suo piccolo spazio

batte le ali.

 

 

Indiana

 

Vado  a cercare l’acqua
e la trovo
non importa
se volgendo il capo
o dopo un lungo,
faticoso cammino.

 Ho buone gambe
e fiato che basta.

Tenace arrivo alla fonte
e lì si placa  la mia sete.

Non come un animale.

Con rispetto,
riempio la coppa delle mani
e bevo.

Riconosco la ricchezza del mondo
e le innumerevoli sue sorgenti.

Non aspetto sollievo
da brocche portate da altri :
porto io il secchio
sino alla pianta
che attende.

 

 

 

Tiziano Fratus

 

Homo Poeticus Piemontesis

 

I poeti stanno ricominciando ad ascoltare

la voce degli alberi,

i canti degli uccelli,

le preghiere della terra,

la grammatica delle acque,

e non se ne vergognano

 

Carlo Giordano

 

Dai, tira fuori le ali,

ti abbraccio, fammi volare,

staccami da questa colata d’asfalto.

Portami a zigzagare

dietro ad api e mosconi,

sulle creste pelate

del col della Ciabra.

In alto, oltre le nubi nere,

piene di lampi e tuoni,

dove non piove,

tra i ganci per gli arcobaleni

dove muoiono gli aquiloni,

poi schizzare

al di là dell’altipiano di Calizzano,

a vedere il mare.

 

Pier Mario Giovannone

 

Se solo potessi

come un pezzo di legno

esser forgiato a gabbiano…

 

 

Claudio Midulla

 

 

Nascono in seni di terra
dove c'è una stalla aperta
Sono uccelli d'oasi, delfini d'atmosfera
punti esclamativi orizzontali
sono neri missili intercontinentali
e le ultime note sul filo dell'autunno
Non sono soltanto rondini

 

 

Brunella Pelizza

 

Traiettorie

 

 Volano gli uccellini

nella limpidezza del tuo sguardo.

E nulla sai del loro volo

e nulla sanno del tuo tempo azzurro:

traiettorie di un attimo che m’innamora

 

per voi senza memoria alcuna.

 

Claudio Salvagno

 

Ala que vas

Coma un pensament vèrs l’auta niula

Que ombreja la mar

A iu ven ton tremblar

Aire que tomba sobre iu

Coma un clar

E me levanta. Pluma

Esperit.

 

Ala che vai

come un pensiero verso l’alta nuvola

che ombreggia il mare

a me viene il tuo tremare

aria che cade sopra me

come una luce

e mi alza. Penna

Spirito.

 

Armando Scuto

 

Vita

 

Ho rivestito il mio corpo di piume

e con al collo un fischietto di osso di aquila ho volato alla tua ricerca.

Ho superato pianure, deserti, oceani, montagne e persino distese di ghiaccio.

Ho visto uomini scalfire le rocce ed altri innalzare grandi totem di fumo.

Come un’aquila ho guardato in viso il sole.

Come un falco ho sfidato la notte.

Come un colombo ho sognato l’amore.

Come un rondone ho dormito tra le pieghe del vento.

Tra dei e divinità

Tra sogni e realtà

Tra dubbi e certezze

Ti ho trovata.

Due sillabe il tuo nome

Ti han chiamato

Vita.

 

Lorenzo Volpe

 

Giorno di riposo

 

Tra i pochi eventi della mattinata,

tutti silenziosi, c’è la curva

ordinata di uno stormo.

La sua forma si allunga verso Est,

scompare presto, guidata da qualcosa

tra l’amore e la logica

che nell’occhio dell’uccello migratore

accende una linea  

somigliante alla nostalgia.